Il Progetto

L’identità di Zugatolando è nata nel 2014 da Riccardo che, realizzando il primo gioco in legno per i propri figli, ha poi continuato con entusiasmo la costruzione di altri giochi, frutto di sperimentazione, ricerca e passione.

Lavorare il legno mi è sempre piaciuto, e ho imparato molte cose lavorando a fianco di mio padre nella sua ditta d’arredamento. La scintilla è nata nel 2014 quando con la famiglia ci siamo recati ad una delle tante fiere paesane dove ho visto alcuni giochi medioevali fatti in legno; vedere l’entusiasmo dei miei figli giocarci mi ha contagiato al punto che ho subito pensato: “Domani ne costruisco uno anch’io”. Da lì è iniziato pian piano il percorso di ZugàTolando, nato ufficialmente nel 2017 e che ora dispone di circa 50 possibili istallazioni di gioco”.

Grazie a vari incontri con artisti ed artigiani, Riccardo ha potuto approfondire l’arte della creatività e il mondo fantastico del gioco di strada, che è fatto di materiali semplici e modi di giocare che danno valore all’aspetto educativo e di crescita alla persona. Non dimentichiamo che il gioco rimane un elemento importate per lo sviluppo dell’essere umano perché crea aggregazione, relazione e comunicazione tra le persone, nonché fattore di espressione attiva: nel gioco ci si confronta, si scherza, si coopera, si compete ma si possono stringere nuovi legami di amicizia, vivendo così nuove esperienze di crescita verso gli altri.

La finalità della proposta di ZugàTolando è quella di trasformare lo spazio reso a disposizione in un luogo educativo intergenerazionale e riportare la dimensione del gioco ad un livello di socializzazione ed incontro.

“L’obiettivo per cui è nato il percorso di ZugàTolando è quello di regalare un momento di unione e felicità nel rapporto genitore e figlio. D’altronde, essendo padre anch’io di tre figli piccoli, vivere i momenti del gioco con loro è sempre appagante e se il gioco aiuta a rallentare il tempo per valorizzare la bellezza dello scambio, del sorriso, della sana competizione, della collaborazione, beh, allora è una “situazione gioco” che vale la pena di sperimentare”.

 

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